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L’emigrante non ha paura delle sofferenze e delle sconfitte, nel suo cuore c’è il miraggio della speranza. Ogni giorno sentiamo dalla televisione e leggiamo con apprensione quanto riportano i giornali sulle migrazioni di interi popoli che, per ragioni politiche, economiche, sociali, religiose,  abbandonano le loro case, fuggono da situazioni tragiche di crisi per cercare asilo in altri Paesi, spesso sconosciuti, sorretti dalla sola speranza di sopravvivere. A volte il loro viaggio disperato termina prima di giungere alla meta, nel profondo del mare, soffocati nei furgoni frigo o dentro una valigia, fulminati sul tetto dei treni, ecc.. inseguendo il sogno di una nuova esistenza. Come risponde il mondo civile e libero alla speranza di questa umanità ferita? Le Organizzazioni  internazionali preposte si riuniscono a consulto, si convocano summit tra i Capi di Stato, i Governi e l’Europa danno vita a missioni umanitarie, si stanziano fiumi di denaro per fronteggiare l’emergenza ed evitare altre vittime. Si parla di accoglienza e di respingimenti allo stesso tempo. Ci si organizza per separare chi ha diritto all’asilo e chi cerca solo altre opportunità di vita. Si studia come  limitare i flussi. Nonostante l’esistenza di una Comunità Europea, ogni Stato si comporta in modo differente, secondo proprie valutazioni e convenienze. Chi accoglie, chi innalza muri alle frontiere, chi ammassa i disperati sui treni o sui bus per avviarli verso il cortile altrui, chi limita l’accoglienza a poche migliaia di persone, chi cerca di allontanare gli intrusi dal proprio territorio. Ma i viaggi della speranza continuano, l’onda umana si rinforza, sceglie nuove rotte,  avanza. Supera  deserti,  attraversa mari  in  burrasca, scavalca montagne. Abbatte frontiere, muri, reticolati… Privazioni, stenti, fatiche,  malattie, eserciti,  non impediscono di proseguire. Non teme rappresaglie, torture, perdita di familiari  ed amici…avanza, avanza, con la forza della disperazione. Il pensiero guida è uno solo: meglio la morte inseguendo la speranza di una vita migliore che vivere in un mondo disumano e ostile.

Di renzopeg01

Renzo Pegoraro è nato a Verona, nel dopoguerra. Dopo gli studi superiori, ha frequentato l’Accademia Militare di Modena e i successivi corsi di perfezionamento presso le scuole della Difesa. Laureato in “Scienze internazionali e diplomatiche”, e in "Scienze strategiche" conosce le lingue inglese, francese e portoghese. Quale Ufficiale degli Alpini ha ricoperto numerosi incarichi in Italia e all’estero, in ambito diplomatico, NATO e statunitense. Durante il servizio ha rivestito il grado di Generale ed è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica, di Medaglia Mauriziana e di Croce d’oro per anzianità di servizio. È autore del libro “Frammenti di pace, da Sarajevo a Pristina”, del romanzo “L’alba di una nuova vita”, del saggio “Europa e Balcani occidentali”, della biografia “Una vita spesa per gli ultimi”, del romanzo "il miraggio della libertà", di articoli su pubblicazioni e su giornali locali. Fornisce il suo contributo ad alcuni siti e blog che riguardano aspetti della storia contemporanea, la strategia politica e militare e la cooperazione civile e religiosa.

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